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La sola differenza è che una coppia sposata deve far riferimento per il disciplinamento delle relazioni al Tribunale ordinario, laddove una coppia "di fatto" deve far riferimento al Tribunale Minorile.
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Che vuol dire "collocazione" a questo proposito? Nell affidamento condiviso non può verificarsi che il figlio stia 3 giorni e mezzo con un genitore e 3 giorni e mezzo con l altro. Anche in caso di affidamento condiviso quasi sempre viene presunto che il figlio dorma per la maggior parte delle volte presso la abitazione di uno dei due genitori, anche per far si che possa avere uno stabile ambiente in cui crescere.
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Collocazione vuol dire perciò questo: luogo in cui il figlio abiterà per la maggior parte del tempo . E VERO CHE LA MADRE gode sempre di UN TRATTAMENTO vantaggioso in questo campo? In precedenza, era indubbiamente vero.
La madre otteneva l affidamento del figlio, oltre ad un sostanzioso assegno, e il padre poteva incontrarlo soltanto 1 o 2 pomeriggi ogni sette giorni ed alcuni fine settimana. In questo momento la situazione è completamente cambiata.
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Il padre può in linea di massima incontrare il figlio anche quotidianamente, può tenerlo per un fine settimana ogni 2, 3 o 4 settimane successive all anno, le ricorrenze ad anni alternati, ed inoltre deve essere consultato in ogni decisione riguardante lo sviluppo del minore.
Chiaramente, soprattutto quando il figlio è bambino, è consigliabile la sistemazione (si riguardi precedente punto 4 per la regolare definizione) presso la madre. A CHI sono assegnati normalmente I FIGLI? Dopo l entrata in vigore della norma sull affidamento condiviso la legge stabilisce pari dignità per i genitori; non c è quindi più - come succedeva in precedenza - un unico genitore cui riferirsi.
Perciò, in mancanza di grosse contro-indicazioni, la prole viene oggi generalmente assegnata a tutti e due i genitori; con l esito che la potestà deve essere amministrata comunemente, tenendo naturalmente in considerazione anche le attitudini del figlio.